A questo punto abbiamo di nuovo una ramificazione della linea evolutiva, e il Merychippus diede vita a tre nuove specie: Hipparion, Pliohippus e Protohippus.
L’Hipparion era molto diffuso, raggiungeva i 140 centimetri, era slanciato quasi come un’antilope, e possedeva ancora tre dita. Riuscì a migrare dal Nord America all Eurasia e Africa, e raggiunse perfino l’India. Questa specie si estinse senza lasciare discendenze.
Il Pliohippus fino a poco tempo fa era considerato il progenitore del cavallo moderno, ma a causa della forma di determinate ossa della testa, pare confermato che non sia così. Aveva 2 dita di ugual dimensione al termine di ogni arto, e una forma molto slanciata.
Sul Protohippus ho avuto difficoltà a trovare informazioni, ma pare si sia estinto nel Pliocene (da 5 a 2 milioni di anni fa) ed è attualmente il miglior candidato ad essere riconosciuto come il progenitore del cavallo moderno.

Hipparion
Sempre in Nord America, l’evoluzione continua con il Dinohippus, che prosperò in abbondanza. Aveva sviluppato un sistema di ossa e tendini che gli permetteva di consumare poca energia restando in piedi a lungo. Le dita sono ancora 3 ma ci stiamo ormai avvicinando alla scomparsa delle due dita laterali.
Dal Dinohippus arriviamo al passo precedente del cavallo moderno, il Plesippus.
Il suo peso si aggirava sui 400 chilogrammi e aveva probabilmente la dimensione di un cavallo arabo. Siamo quasi arrivati al cavallo con un solo dito esterno!
Alla fine del Pliocene il Nord America subì un importante calo climatico, e il Plesippus migrò in parte in Sud America, e in parte in Europa.
Dei cavalli migrati in Sud America, il successore era l’Hippidion, un cavallo dal naso molto lungo, che si estinse completamente a causa probabilmente di un malattia infettiva o della caccia, poiché in questa fase iniziava a far la sua comparsa l’uomo in America.

Plesippus

Hippidion
Il primo vero cavallo, Equus Stenonis, fu rinvenuto in Italia e deve aver avuto origine dai Plesippus migrati in Europa. Si divise in due rami, uno leggero e l’altro più pesante. Il secondo e il quarto dito erano nella forma che ormai conosciamo, cioè i famosi “Ossicini” all’interno dell’arto. Nonostante tutto, avevano ancora una funzione di supporto delle articolazioni del cavallo.

Equus Stenonis
E finalmente… Fine!
Ho cercato di scrivere questi 3 articoli attingendo da più fonti diverse possibili, italiane ed estere, ma potrebbero sicuramente esserci delle imprecisioni. Inoltre gli argomenti trattati non sono certi al 100%, ma ogni tanto una nuova scoperta confuta alcune delle congetture evolutive (come è successo per il Pliohippus).
Quindi… Prendete tutto con le pinze, e se scoprite informazioni diverse da quelle che ho riportato o se trovate le immagini mancanti, lasciate pure un commento e aggiornerò l’articolo!