Verso la fine dell’800, un insegnante di matematica di nome Wilhelm von Osten acquistò per qualche spicciolo un Trottatore Orlow con un lieve difetto fisico. Appassionato di insegnamento e di animali, voleva capire fin dove arrivavano le loro capacità di comprensione, e dopo essere passato per un gatto e addirittura un orso, decise che il suo studente perfetto era Hans, il trottatore.
Iniziò scrivendo numeri su una lavagna e insegnando al cavallo a battere lo zoccolo tante volte quanto il numero indicato. Stupefatto dal risultato, gli insegnò prima i numeri fino al 10, poi qualche semplice operazione matematica… Ma il cavallo rispondeva in maniera ottima agli insegnamenti, e continuava ad imparare calcoli sempre più difficili, rispondendo quasi sempre alla perfezione. Arrivò addirittura a saper contare il tempo, i giorni della settimana e del mese, a fare lo spelling di parole battendo lo zoccolo per ogni lettera.
E così, attorno al 1891, Wilhelm iniziò a portare Hans per tutta la Germania senza nessuno scopo di lucro, solo con il sincero interesse di mostrare al mondo cosa il suo cavallo era riuscito ad imparare. Un simile spettacolo attirò l’attenzione di un sacco di persone, anche di alto rango, e se ne parlò perfino in America. Il Ministero dell’Educazione tedesco iniziò ad essere incuriosito dalla cosa, e invitò quindi cavallo e insegnante a sottoporsi ad una serie di verifiche. Ovviamente il professore, che era in completa buona fede, colse l’occasione al volo e sottopose Hans alla commissione scelta per questa verifica. La cosiddetta “Hans Commission” era composta da diverse persone quali zoologi, uno psicologo, un addestratore di cavalli e vari insegnanti, che attorno al 1904 confermano la completa onestà di Wilhelm e giudicano l’intelligenza di Hans come pari a quella di un quattordicenne.
Successivamente si fece avanti Oskar Pfungst, uno psicologo che aveva un’idea per testare le capacità del cavallo. Condusse una serie di test cambiando la persona che poneva le domande, mettendola fuori dal campo visivo del cavallo, facendo porre le domande da chi non sapeva le risposte… E fu così che scoprirono quali erano le vere doti di Hans.
Quando le domande venivano poste da qualcuno che non conosceva la risposta o che il cavallo non poteva vedere, la percentuale di errore andava alle stelle. All’inizio non era chiaro il motivo, ma Oskar trovò la risposta.
Il cavallo aveva imparato a riconoscere gli stimoli visivi del linguaggio del corpo umano. Era in grado di capire se stava dando la risposta giusta dalle reazioni istintive delle persone che ponevano la domanda conoscendo la risposta, che non è certo cosa da poco! Nessuno aveva imbrogliato nessuno, il cavallo aveva sviluppato una capacità incredibile, anche se non era esattamente quella che si pensava.
Nel 1909 Wilhelm morì e Hans passò dalle mani di diversi proprietari fino a quando, nel 1916, se ne perse ogni traccia.