Nonostante gli Akhal-Tekè siano noti per il loro eccezionale mantello metallico e chiaro, il più famoso Akhal-Tekè della storia è nero, un cigno nero.
Si tratta di Absent, il figlio di Arab, bianco stallone pluripremiato per il salto ad ostacoli che nel 1949 batté il record nazionale di salto con 2,19m, e di Bakkara, giumenta non sportiva dal tipico mantello.
Nato a Djambul nel 1952, Absent aveva uno stupendo mantello nero elettrico, 4 balzane, una stella e uno sguardo intelligente. Praticamente il sogno di ogni ragazzina. Per questo suo colore venne stato soprannominato “The Black Swan”, il cigno nero. Un corpo perfetto ed una stupenda linea l’hanno portato, contro le aspettative genealogiche, ad essere un cavallo da dressage anziché da salto.
A seguito dell’addestramento con Sergej Filatov, Absent partecipò a 8 anni ai suoi primi giochi olimpici, le Olimpiadi di Roma nel 1960. Pensate che uno dei suoi principali avversari lo ritenne “senza dubbio il più bel cavallo delle Olimpiadi del ’60”.
Con precisione stupefacente e con immensa eleganza e leggerezza, diede il meglio di sé, soprattutto in Piaffe e Passage. Il pubblico lo adulava e i giudici gli assegnarono moltissimi punti. E vinse l’oro.
L’anno successivo, ad Aachen, i risultati sembravano perfino migliorati. Nonostante non avesse vinto, pare a causa di un allenamento eccessivo pre-gara, era nel cuore di tutti e incontrò il favore del pubblico più di ogni altro cavallo.
La sua carriera incluse altri due giochi olimpici. A Tokyo ’64 portò a casa due bronzi. Alle olimpiadi di Messico ’68 venne montato dal giovane promettente Ivan Kalita, e il nuovo binomio conquistò un argento a squadre, sfiorando il bronzo individuale per soli 18 punti.
7 volte campione nazionale, venne ritirato dalle competizioni a 16 anni, dopo quasi un decennio di attività sportiva.
Morì nel ’75, dopo aver generato più di 70 figli, di cui quasi 50 di razza; molti di loro dimostrarono grandi doti nel dressage. Nella sua casa, una statua lo ricorda ancora. Si dice che difficilmente un altro Akhal-Teké riuscirà di nuovo ad eguagliare la sua perfezione.